1. |
Sumi-e
07:13
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Sembra carta di riso questa tela,
che taglia fragile contro il muro di ciliegi in fiore.
Foglio carta di riso: cosa sai di quei doni,
dell'inchiostro che tinge trasformando nature?
Legno e carta di riso non saranno prigione
per la storia di ieri, le promesse, i miei voti.
Mano, fermami adesso dal dipingere i vuoti
che nascondono, pieni, ridondanti il perdono.
Lasciami tentare, lasciami scavare.
Lasciami guidare, lasciati trovare.
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2. |
Differenze
08:37
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Giada, occhi spenti sopra il cielo terso,
immagina il deserto: tiepido il tramonto.
Giada insegue il vento, lei lo sa vedere;
ferma dei suoni il senso: liquida innocenza.
Giada ha quindici anni, non è mai presente;
vie là, dove il buio spalanca le porte.
Giada, meglio sola, non la puoi capire;
unico il suo riparo braccia d'orizzonte.
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3. |
Es
06:16
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Dentro un cassetto annego frasi, dimentico me stessa.
Dietro la tenda, la luce fioca attende che io esca.
Domare istinti è sconveniente, quando sei come un lupo.
Celare artigli, faccia alla luna, non voglio.
Dentro un cassetto annego vesti, dimentico il buon senso.
Dietro i richiami di caccia e prede mi cerco.
Scova, colpisci, sbrana!
Quando sei nata cosa eri?
Come hai vissuto?
Tu, chi sei?
Tu? Io?
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4. |
Polvere
07:03
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Adesso guardami: nuda io aspetto.
Adesso osservami: vuota ti aspetto.
Adesso assaggiami, scheletro e pelle.
Adesso toccami, stelo e le spine.
Esisto.
Con.
Senza.
Esisti.
Coltre di polvere, asciuga il mio pianto.
Se questo è utile lo dirà il tempo.
Coltre di polvere, giaci al mio fianco:
lenzuola umide nascondi al mondo.
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5. |
In viaggio
06:53
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L'aria muove foglie e brace ascoltando voci antiche;
inseguendo lune nuove mentre il giorno, all'imbrunire,
lascia al buio il suo legarsi al suolo.
Al fuoco acceso, una madre parla dei suoi figli,
rocce salde al capezzale; braccia forti d'aspettare
mentre il giorno, all'imbrunire,
lascia il buio e il suo legarsi al suolo.
Vele spiegate, una nave salpa:
lascia i figli, donne, case, il focolare,
seni dolci da cullare
mentre l'alba, al suo spuntare,
torna a dirti dove hai le radici.
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6. |
D'autunno
03:48
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E intanto muore; ruba la luce al sole e muore.
E intanto muore.
Dice di aver visto tutto, dice di sapere.
Dice di aver visto tutto e adesso lei lo sa
cosa nasconde il buio, cosa nasconde l'infinito.
E intanto muore.
Dice di aver capito: tutto.
C'è odore di erba tagliata di fresco.
L'odore dell'erba tagliata di fresco
ricorda un po' me, quando mi hanno recisa
e l'autunno, che muore.
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7. |
Meccano
08:47
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Rotola, rotola e cigola,
cigola mentre le ombre si muovono.
Cigola, cigola e rotola,
rotola mentre le ombre lo ammaliano.
Giocano insieme,
fanno rumore.
Nessuno viene qui.
Vivono nel limbo dei dimenticati;
mi somigliano e non sono me.
Sembrano rapiti ai sogni di un bambino;
di cosa si nutrono non so.
Tendono le braccia,
tendono le dita.
Guardo indietro: dove mi sono perduta?
Vedo il corpo, lui non è già più.
Giochiamo insieme,
siamo rumore.
Nessuno viene qui.
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ArcaMiri Syracuse, Italy
Quattro teste, quattro corpi, quattro strumenti, un’anima; questo è ArcaMiri: un progetto nato dalla collaborazione fra
musicisti che, seppur provenienti da esperienze a tratti molto diverse tra loro, hanno percorso negli anni il comune sentiero della sperimentazione alla ricerca di suoni, colori ed emozioni sempre nuove, fresche, estranee al consueto ricorrere di schemi mentali e compositivi.
sm
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